L'Aglio Rosso di Sulmona, unico e poetico.
Solimo, l'amico di Enea che secondo la leggenda ha fondato Sulmona, dà il nome all'aglio rosso di Sulmona firmato Pingue.
Il Rosso di Sulmona - con tuniche esterne di colore bianco e tuniche dei bulbilli di colore rosso porpora - è un aglio che nasce e prospera esclusivamente nella Conca di Sulmona, la città che ha dato i natali al poeta Ovidio. L'accostamento tra aglio di Sulmona e Ovidio è più che mai lecito, se si considera l'attitudine dell'aglio a risvegliare ardenti desideri e a quell'Ars Amandivergata da Ovidio che ha cantato l'amore.
Le proprietà di questo aglio, unico in Italia, sono dovute in special modo ai principi solforati presenti in concentrazioni elevate nel bulbo. In particolare abbonda di allicina, un'essenza volatile che vanta capacità antisettiche che si esaltano nel succo fresco d'aglio.
Difficile elencare tutte le salutari virtù di questo bulbo delle meraviglie, tra le principali ricordiamo l'azione antidiabetica, antisettica, antispasmodica, espettorante, ipotensiva, stimolante, tonica, vermifuga: insomma siamo di fronte a una pianta veramente miracolosa.
Versatile e dagli utilizzi pressoché infiniti è l'Aglio Rosso di Sulmona in cucina, che non ha limiti gastronomici se non quelli legati all'estro culinario di chi l'adopera. Fa un figurone negli antipasti, sui piatti di carne, nelle zuppe, tutto sta a non eccedere altrimenti il suo inconfondibile, pungente sapore prevarica gli altri ingredienti (un espediente per mitigarne il gusto è di usarlo “in camicia”, cioè aggiungendolo al soffritto senza togliere agli spicchi la buccia). Un esempio di piatto succulento impreziosito dall'Aglio Rosso di Sulmona? Ordinate nei migliori ristoranti di Roma il popolare abbacchio, state pur certi che se è preparato a regola d'arte c'è lo zampino di Solimo, il Rosso di Sulmona".
Vizi e virtù dell'aglio nei secoli
Da sempre l'aglio ha suscitato l'attenzione dell'uomo, un dibattito aperto oscillante tra serio e faceto, tra suggestive capacità afrodisiache e proprietà terapeutiche. La pratica della coltivazione dell'aglio è antichissima, e quasi certamente le sue origini si rinvengono in Asia cui segue la successiva importazione in Europa. L'aglio compare nell'Antico Testamento, secondo il quale era distribuito agli schiavi alle prese con l'edificazione delle piramidi per alleviarne le fatiche. Particolare fortuna ebbe l'aglio tra i romani.
La sua ‘caparbia’ piantina fu dedicata al battagliero Dio Marte, inoltre era diffusa l'abitudine di mischiare succo d'aglio e miele per schiarire la voce. Tra imperatori e centurioni l'aglio era così conosciuto al punto da farlo assurgere a protagonista dell'aforisma Ubi Roma ibi allium -dove c'è Roma c'è l'aglio - derivato dal fatto che le truppe romane ne facevano scorta adoperandolo sia come condimento sia come curativo.
Tornando ai giorni nostri, giova ricordare come l'aglio non ami crescere nei vigneti e che conserva le sue caratteristiche organolettiche al riparo dall'umidità. È l'ortaggio che contiene più zolfo in assoluto, e ciò lo rende una portentosa, naturale medicina.
Insomma abbiamo a che fare con un curativo domestico efficace e facile da preparare, non è dunque un caso se un antico detto recita "Mangia aglio e pimpinella, non morrai nell'età bella": una briciola di saggezza popolare che non necessita di spiegazioni. Al di là delle sue innegabili virtù terapeutiche l'aglio può sfoggiare una rilevante letteratura sulla sua presunta carica erotica.
Enrico V, il noto dongiovanni, ne mangiava a sazietà in vista di serate di fuoco, una tradizione perpetuata ai giorni nostri dal medico naturalista Messegué, il quale sostiene che l'aglio gioca un ruolo di primo piano nel potenziamento della virilità. E a conferma che nessuno è perfetto, anche questo simpatico bulbo ha un'unica - e ben nota - controindicazione, la sgradevole profumazione dell'alito, che induce a moderarne l'uso prima di un incontro galante, una precauzione che cade e lascia il posto a piccanti benefici se consumato in coppia.